Io sono Valentina BriBre, sebbene all’anagrafe il mio cognome sia Esposito.
BriBre nasce dall’unione del nome dei miei figli:Brian e Brenda perché è attraverso loro che oggi sono una persona “nuova”.
Mio figlio Brian è un bambino autistico di 10 anni ed è stato lui ad insegnarmi giorno dopo giorno, a guardare il mondo con altri occhi e altre prospettive.Ebbene si ,non siamo noi adulti ad insegnare ai nostri figli ,sono loro che ci insegnano a tornare in contatto con tutto ciò che è terra,è vita. Per tale motivo,mi piace usare questo cognome che ritengo contenga innanzitutto un inno di gratitudine verso le mie creature e sia inoltre un’espressione artistica,emotiva ed evolutiva di ciò che sono oggi.
Sin da piccola ho sempre amato la scrittura,(era un bellissimo rifugio),infatti imparai a leggere e scrivere a soli 4 anni.Ad 8,scrissi il mio primo libro intitolato: “le tre chiacchierone: un libricino sulla terribile vita scolastica che io e le mie due amiche dovevamo affrontare quotidianamente nell’ Istituto delle suore,dedite a punizioni corporali e spaventosi scherni.Le tre chiacchierone a causa della loro parlantina,rischiavano ogni giorno la scure della suora di turno.
Scrivere per me è sempre stato un modo per evadere dalle brutture della vita.
La mia famiglia era molto povera ed i miei giochi si contavano sulle dita di una mano,ma avevo la soluzione:Crearli.
Spesso,creavo dei giochi con i cartoncini:un’intera casa a tre piani con l’arredamento composto dalle pieghe dei miei pantaloni: jeans e tessuti che tagliavo ed usavo per creare divani sedie e quant’altro mi potesse servire per far vivere la casetta dei miei sogni,c’era persino un pianoforte giocattolo uguale a quelli veri, che addirittura si apriva ed aveva le corde. Era bello fingere di suonarlo.
Tra un cartoncino e l’altro sognavo sempre di poter creare qualcosa di nuovo, di unico ,di mai visto: originale.
A 16 anni fui tra i primi a vincere un progetto scolastico per il Mattino di Napoli ed un giornalista trascrisse la mia poesia per Annalisa Durante,una bambina rimasta vittima di camorra.Abitava a pochi passi da casa mia e l’episodio mi scosse terribilmente. Fu l’unica volta che autorizzai a rendere pubblica una mia opera poichè avevo paura del giudizio altrui ed ero molto insicura,infatti non salii sul palco e non ritirai alcun premio per evitare di essere vista.
All’età di 17 anni e 10 mesi, lasciai l’abitazione dei miei genitori per convivere con altre ragazze(sconosciute)perchè mio fratello ,di tre anni più piccolo, aveva deciso di trasferirsi dai nonni in un’altra provincia. Fu un grandissimo dolore per me.
La convivenza con estranee fu per lo più disastrosa perché ero impaurita, timida, introversa.Non avevo comitive, non uscivo, odiavo le discoteche e non mi piaceva ballare, ero e sono astemia. Volevo ad ogni costo allontanarmi dal contesto violento e abusante della mia famiglia ed ero disposta a tutto per non tornare più indietro.
Per sovvenzionare la mia indipendenza iniziai così a lavorare prima come cameriera,poi come commessa ,ma questi incarichi mi rendevano infelice.
Amavo la Disney ed i suoi personaggi e soprattutto creare,così ,un giorno,trovai l’ispirazione guardando il programma di Buddy Valastro sulle torte in pasta di zucchero e da autodidatta ,con l’aiuto dei programmi televisivi ed internet,iniziai a fare torte scultura per venderle.
L’arrivo della diagnosi di autismo ,però,cambiò ogni cosa.
Lasciai tutto per diventare terapista di mio figlio in quanto non potevo permettermi di pagare interventi da un costo intensivo ed elevato (circa €3000 al mese).
La scelta si rivelò poi essere quella migliore in quanto mio figlio fu definito un caso”raro” e rilasciai persino un report all’ospedale in cui raccontai i metodi e tutto ciò che avevo eseguito sul mio bambino che adesso rispetto ad allora,parla non è aggressivo ed ha conquistato molte autonomie.
Ho deciso così di formarmi attraverso corsi universitari e privati,su vari metodi e terapie.
Oggi sono Tutor Autismo,Tutor per la disabilità e Tecnico del comportamento.
Ho pubblicato un libro con la casa editrice Carthago nel settembre del 2021,intitolato come la mia pagina Facebook: “Il mio nome è Brian storia di un autismo”, per condividere e diffondere un messaggio di speranza e di accettazione.Le famiglie che vivono l’autismo sono lasciate nell’abbandono della società e delle istituzioni e questo viene da me denunciato nelle pagine tanto sofferte che ho scritto.
Ho trovato il coraggio di pubblicare perché i genitori necessitano di parole che arrivino al cuore e soprattutto di soluzioni e di percorsi ,in quanto il personale sanitario non riceve una formazione che possa davvero far progredire questi bambini e futuri ragazzi.
Ho girato l’italia per presentare il libro e mi sono nutrita di affetto e di lacrime negli abbracci delle persone che erano commosse dalle mie parole.
Ho imparato tantissimo da ogni storia e persona che ho incontrato,ho versato con loro lacrime di sincera commozione e ho compreso che la condivisione è ancora più importante di quanto pensassi.
Ho partecipato ad una puntata di Classic Drive Art e creato per loro la rubrica Vox Aut,voci per l’autismo che al momento ha 6 puntate all’attivo.
Gestisco inoltre, la pagina :”L’Autismo non è contagioso”, creatrice del motto e del gruppo omonimo.
Nel 2022 ho aperto un’associazione della quale sono presidente : Autismo Mille Opportunità perché credo fermamente e fortemente che nonostante adesso non ci siano né opportunità e sia utopistico auspicare di averne addirittura mille, ci saranno e riuscirò in ogni modo a crearne. E non per importanza minore volevo che l’acronimo coincidesse con AMO,perchè io amo questo mondo in cui l’unica regola è viversi nelle diversità.
Non credo che il volere sia sufficiente per avere potere,credo nella consapevolezza dell’essere. La consapevolezza,infatti, tramandata di persona in persona darà vita alle mie tanto sognate mille opportunità.
Nell’anno 2023 è nato il sito dell’associazione attualmente on-line: www autismo mille opportunità.it con Medici ed altre associazioni che hanno deciso di unirsi a noi.
La poesia : “L’autismo è un viaggio”, racconta le mie difficoltà come caregiver di mio figlio anche a livello terapeutico.
Il bagaglio di ricordi ed esperienze difficili è ciò che ci plasma e ci trasforma nonostante molto spesso vorremmo cancellare o addirittura negare il dolore.
Nel dolore invece,vi è bellezza,in quei ricordi che riescono a modificare totalmente la nostra esistenza,trasformando tutte le nostre esperienze di vita in occasioni per cambiare,in grandi opportunità.
I ricordi persino quelli brutti si sommano a quelli belli donandoci come risultato ciò che siamo oggi. Le difficoltà di un genitore che si trova dinanzi ad una sfida importante come l’autismo,sono quelle di chi è abbandonato a se stesso,spesso dimenticando di esistere. Persino cercandosi in uno specchio,non si trova né scorge il suo viso.
Sulla nostra pelle tutto è sopportabile,vivibile,risolvibile,è inaccettabile invece, quando a soffrire sono i nostri figli.
Ogni miglioramento di mio figlio,infatti, è sopraggiunto dopo aver versato molte lacrime,e no,non è giusto che un bambino affronti tutto questo a soli tre anni di età.
Lo specchio allora, ricorda di valorizzare il tempo,di accettare che ci sono giornate in cui bisogna avere coraggio di dire:” Oggi non ce la faccio “ e ritrovarsi,curarsi evitando di abbandonarsi alle mille cose da fare, né di nascondersi sotto quella coltre di infinite responsabilità. Il genitore però non può essere sostituito e lo specchio ci rammenta che bisogna guardare alle cose terrene,vere,tangibili senza perdersi in religiosi cieli o in sogni miracolosi. La risposta per ogni cosa è nella terra.La fonte della vita.